Alle volte mi domando quanto sia malato questo ambiente: arrivare a cercare le proprie pupille tra chi ha il mal di vivere, tra chi ha deciso di curarsi, perché l’anoressia è un male dell’anima che ti rapisce e solo tu puoi avere la forza di liberartene.
Eppure a Stoccolma dei titolari di un’agenzia di cui purtroppo non viene fatta menzione, aspettavano le ragazze in cura all’esterno della clinica, cercando di adescarle durante l’ora d’aria della passeggiata quotidiana. “Erano fuori dall’edificio e aspettavano che le ragazze giovani uscissero per passeggiare”, ha spiegato la direttrice dell’istituto pubblico, Anna Maria af Sandeberg “Una delle ragazze contattate era in sedia a rotelle, tanto era magra”. Non è un centro qualsiasi, è il più grande centro contro i disturbi alimentari della Svezia, che ospita circa 1700 persone tra ragazze,ragazzi e persone in età adulta.
Può una clinica diventare sede di un casting? Può la moda ancora stare zitta davanti a questo scempio, a questi pseudo operatori di settore che alimentano un mondo in cui la donna scompare, si annulla, muore? Continuare a chiudere gli occhi davanti ad episodi del genere vuol dire essere vigliacchi. Quando la malattia diventa ossessione in un mondo che dovrebbe celebrare la bellezza, siamo al baratro. Un’industria quella della moda che trascina anche l’economia italiana, ci dimostra come potere e morale siano due binari ben distanti e ben difficili da far incontrare. Ma finchè avremo voce saremo qui a denunciare episodi come questi.