La piastra a induzione dimostra come l’evoluzione tecnologica vada a toccare qualunque tipologia di prodotto. In tutta onestà, difficilmente una quindicina di anni fa qualcuno avrebbe ipotizzato che un giorno avremmo cotto una bistecca o fatto bollire l’acqua per la pasta senza bisogno di una fiamma. Invece oggi è possibile cuocere qualunque cosa senza sfruttare il gas e avendo in cucina un oggetto estremamente gradevole dal punto di vista del design. Vale dunque la pena cambiare il proprio piano cottura tradizionale con uno a induzione? Abbiamo cercato di rispondere a questa domanda mettendo in evidenza pregi e difetti di una piastra a induzione.
Come funziona
Senza entrare in argomenti eccessivamente tecnici, il funzionamento di una piastra a induzione è strettamente legato alla corrente elettrica, che fornisce l’alimentazione necessaria a delle bobine che generano così un campo magnetico che viene trasferito al fondo della pentola, in particolare alle molecole ferrose ivi presenti, che viene così scaldata. Dunque non è l’elettricità a generare il calore bensì l’attivazione di un campo elettromagnetico tra fondo della padella e bobine, il che spiega come mai è solo la pentola a scaldarsi mentre il ripiano attorno resta freddo. Detto questo entriamo nello specifico di pro e contro di un fornello di questo tipo.
I vantaggi
La gradevolezza estetica di un oggetto è estremamente soggettiva ma difficilmente potrete restare indifferenti a un piano cottura a induzione che si presenta come una lastra in vetroceramica liscia e uniforme. Insomma un bel passo in avanti rispetto ai piani cottura tradizionali, con fornelli e griglie che è arduo poter definire “belli”. Inoltre, proprio per com’è fatta, una piastra a induzione è estremamente semplice e veloce da pulire, visto che basta passare uno straccio umido e non c’è il rischio che residui di cibo si vadano a incastrare in punti difficili da raggiungere.
Altro aspetto positivo è che, per funzionare, questi elettrodomestici non hanno bisogno del gas, con conseguente risparmio dei consumi (soprattutto se avete la possibilità di accedere all’energia elettrica con una bella offerta o, ancora meglio, da fonti rinnovabili) e azzeramento dei rischi legati a un’eventuale fuga di gas.
Nell’utilizzo principale, ovvero quello di riscaldare o cuocere, la piastra a induzione si fa valere, in virtù di una potenza superiore a quella della fiamma, il che porta, per esempio, a fare bollire un litro d’acqua in tre minuti, con conseguente risparmio di tempo e consumi, e a una distribuzione perfettamente omogenea del calore al cibo, il che si traduce in una cottura uniforme del cibo.
Gli svantaggi
Tutte rose e fiori, dunque? In linea di massima sì, visto che vere e proprie controindicazioni nell’utilizzo di un piano a induzione non ce ne sono. Diciamo che l’uniche problematiche sono quelle di natura economica, sostanzialmente per due motivi. Prima cosa, questo genere di elettrodomestici ha un prezzo d’acquisto più elevato rispetto a quelli a gas, dunque bisogna avere un budget iniziale più elevato. In secondo luogo, soprattutto se volete passare da un piano cottura tradizionale a uno a induzione, potreste non poter utilizzare la vostra batteria di pentole. Come detto, queste devono avere un fondo contenente materiale ferroso, altrimenti non verranno “riconosciute” dalle bobine. Una prova empirica per sapere se il fondo delle vostre pentole è giusto è quella di passarvi una calamita: se si attacca potrete utilizzarle con l’induzione. Altrimenti dovrete rassegnarvi a comprare un set di pentole nuove.