Franca Sozzani ad Harvard: quando la moda parla di anoressia

Franca Sozzani ad Harvard: quando la moda parla di anoressia

Franca Sozzani ad Harvard: quando la moda parla di anoressia

Ho il privilegio di poter collaborare con Vogue, la rivista per eccellenza della moda. Il privilegio è quello di scrivere per la sezione Curvy, l’unica al mondo, voluta dall’editor italiano Franca Sozzani. E’ proprio quest’ultima che ad Harvard ha parlato di anoressia. Per una volta la moda guarda in faccia un aspetto che le appartiene: i disturbi alimentari.

Pur sapendo che i disturbi alimentari partono da un “male d’amore“, la cosa che mi rincuora è che, finalmente, si guarda in faccia la realtà e si affronta l’argomento. Se oggi Monica Bellucci facesse la modella, sarebbe una mia collega: una curvy. Quando lavorava indossava delle taglie più comode, e non si è mai tirata dietro nel raccontarlo. Così Sophia Loren o Marylin Monroe.Perchè ora le modelle che vediamo in passerella ci sembrano più tristi e molto magre? Ad Harvard si è parlato di disturbi alimentari, scavando nel profondo e prendendosi la responsabilità che a volte i media supportano l’eccessiva magrezza. Dal 2007 è partito il mio percorso denunciando i Pro Ana e Pro Mia sia a livello mediatico, che nelle scuole. Dall’anno scorso anche Vogue ha lanciato la petizione per far sì che questi siti che istigano al dimagrimento forzato e pericoloso possano chiudere. Franca Sozzani ha promesso che farà un altro numero con ragazze più formose, ma penso che la moda si debba semplicemente ridimensionare. Trovare un equilibrio, una via dove magrezza può essere tale senza essere malata o dove una ragazza con una taglia in più di seno non sia definita curvy. Riusciremo mai a parlare solo di donne? Sono gli aggettivi che ci fregano, condizionano, schiacciano. Abbiamo bisogno di normalità, una parola così semplice quanto rara.

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