Il Victoria’s Secret Fashion Show: un’analisi della Non Inclusività

Il Victoria’s Secret Fashion Show: un’analisi della Non Inclusività

Il Victoria’s Secret Fashion Show: un’analisi della Non Inclusività

Il Victoria’s Secret Fashion Show, un evento che ha dominato il panorama della moda per decenni, è stato spesso celebrato per la sua opulenza e il suo glamour. Tuttavia, nel corso degli anni, è emersa una critica crescente riguardo alla sua mancanza di inclusività. 

Victoria's Secret Fashion

La Rappresentanza dei Corpi
Uno degli aspetti più evidenti della mancanza di inclusività nel Victoria’s Secret Fashion Show è la rappresentanza dei corpi. Per anni, il marchio ha celebrato un ideale di bellezza molto specifico, caratterizzato da modelle alte, magre e conformi a determinati standard estetici. Questo ha escluso una vasta gamma di donne che non si identificano con questo modello. La mancanza di diversità in termini di taglia, forma e tipo di corpo ha alimentato un’idea di bellezza ristretta che non riflette la realtà della popolazione femminile.

Diversità Culturale e Raziale
Oltre alla rappresentazione dei corpi, il Victoria’s Secret Fashion Show ha ricevuto critiche per la scarsa diversità culturale e razziale tra le sue modelle. Sebbene alcune modelle di diverse origini etniche siano state incluse nel cast, ciò è avvenuto in modo sporadico e spesso come una risposta tardiva alle critiche. La predominanza di modelle bianche ha contribuito a perpetuare stereotipi e a escludere la bellezza di donne di diverse etnie, creando un’immagine monolitica della femminilità. Non solo corpi stereotipati, ma anche bellezza stereotipata.

Victoria's Secret Fashion

Messaggi di Marketing e Immagine del Marchio
Il marketing del marchio Victoria’s Secret ha storicamente enfatizzato un ideale di bellezza idealizzato e irraggiungibile. Le campagne pubblicitarie e i messaggi trasmessi durante il fashion show hanno spesso suggerito che la bellezza e il valore di una donna siano legati alla sua conformità a questo ideale. Questa narrativa ha avuto un impatto significativo sulla percezione di sé delle donne, contribuendo a problemi di autostima. Non solo, qualche anno fa come non ricordare le dichiarazioni del responsabile marketing di allora (che potete trovare CLICCANDO QUI ) salvo poi fare un’inversione di marcia dal 2020 quando molti negozi stavano chiudendo e il marchio era in seria crisi. Mettere Ashley Graham e altre due modelle curvy in passerella, o Kate Moss e Carla Bruni per includere le over 40, è un’apertura? No, marketing. Sempre e solo marketing. Se la Graham non avesse 21 milioni di follower non sarebbe su quella passerella, l’immagine di Victoria’s Secret è radicata, precisa, delineata. Per molti anni ho visto brand aprirsi all’ inclusività per marketing salvo poi dopo qualche mese far marcia indietro. Dai commenti che si possono leggere in rete, molte le perplessità di questo fashion show senza identità precisa con la voglia di strafare.


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