Essere una Musa è una responsabilità. Comunicare è una responsabilità e lo so da anni, da quando sto nei social e ho deciso di raccontare il mio percorso pubblicamente. Quando ho incontrato Veronica Spora e mi ha chiesto se volessi essere una delle 9 muse del suo evento, l’ho guardata negli occhi e le ho detto:” Perché no?” 1900 donne sono arrivate da tutte Italia per ascoltare me e altre 8 donne straordinarie con storie ispirazionali. 20 i minuti che abbiamo avuto a disposizione e non è stato semplice concentrare il tutto. Ci sono stati mesi di lavoro con altre donne fantastiche e super pazienti che hanno costruito una giornata indimenticabili.
Ho deciso di parlare di bellezza. Che novità eh? No, non come la intendete voi. Ho chiesto al pubblico di far sì che per una volta la bellezza fosse sinonimo di TALENTO. Ho chiesto loro di scrivere sul cellulare quale fosse il loro di talento, perché tutti ne abbiamo uno. Ho parlato di stereotipi, di queste gabbie che ci rendono insicure, ho parlato della parola perfezione e normalità, due concetti astratti e inesistenti. Ho avuto 3800 occhi addosso, migliaia di abbracci, un’esperienza pazzesca.
Ho chiesto alle presenti di liberarsi, gridando tutte assieme “Vaffanculo”. Perché se da piccole ci educano che le parolacce non devono essere dette, da grande la vita ti insegna che qualche volta usarle può essere utile.
Poi ho abbracciato tante donne presenti. Ho ricevuto un sacco di regali e di “grazie”. Ma il grazie più grande va a chi mi segue da anni e che ha fatto strada per incontrare tutte noi.